Credenze
Forse alle
nostre spalle sempre
si svolge un
mondo possibile
pronto a
farsi orizzonte dello sguardo
ed ecco le
cose riconosciute per facile memoria
quel filare
come altri filari le case come altre case la via
sia o non
sia quella dell’infanzia perduta
o forse, hanno scritto, tutto
nasce dal nulla ad immagine
per cieca
volontà di obbedire
alla
richiesta della mente ingannata
da sé e dal
mondo che si fa - e inosservata
la realtà
presunta si dissolve e vola
nevischio o
sabbia da un telo sbattuto
lasciando
una vuota inessenza
ma
non hai visto
(casualità
dello sguardo!)
in un retrovisore
le montagne
innevate
battute da una luce residua
al confine
del grigio
nella
necessità le montagne che sono
là già da
molto perché devono essere
viste o non
viste
da una
strada persa di città
così natura
esiste imprendibile
vicina e
viva nella sua lenta morte
tuttavia
felice
benché il
suo sorriso sia solo
un desiderio
del ricordo
e la memoria
come il corpo disfà
la propria
figura ma resta tormento
come le
parole necessarie e silenziose ormai
se da un
qualche luogo improvvisamente
non
irrompano oltre le barriere
delle ore
abituate
ma ogni
rivelazione già l’istante dopo
che ci
accompagna è un peso
caricato e
deposto in uniforme biancore
chissà a sognare
affondando ogni segno
nella sabbia
col suo povero mistero
senza valore
senza pena
ciò che qui
è ora impossibile - la nostra necessità
qui dove
l’impensabile solamente ha luogo
specchio
contro specchio senza vera immagine
sola
possibilità dell’immagine
(eppure,
domani:
dopo molto
acquietarsi di spazio percorso
in un luogo
non più felice non più reale di questo)
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