città con fiume

città con fiume
olio - Paolo Parma

martedì 31 luglio 2018

Guardate la poesia qui sotto, di qualche mese fa: parla di una cosa, e anzi a questa allude (del tutto involontariamente: me ne sono accorto dopo). Sarei curioso di vedere se anche altri se ne accorgono...
Enigma

Dà bagliori sul fondo della notte
rimanda voci che nessuno ascolta
in riverberi coagulati alle parole
che tutti sanno.

Sai cos'è? Io
che lo so non lo so
e la mia colpa è che spesso mi distraggo
al brivido incolore del vento per i rami.

sabato 28 marzo 2015

Santi e Poeti, 2 dicembre 1948


"Tre i movimenti dialettici, come tesi, antitesi, sintesi. La santità, intesa come purezza di gesti e parole, è la condizione della poesia, che ne deriva con naturalezza, come un parto, dall'interno verso l'esterno. Al contrario, lo smarrimento nei propri labirinti interiori e l'interna frammentazione in tanti 'io' incompleti e labili è una colpa, introspezione paradossale che non porta alla conoscenza ma alla dissipazione di sé. Ma la calma di gesti e di sguardi riporta sulla strada perduta, verso la fecondità del vivere e l'unità dell'io. Rileviamo alcuni aspetti cruciali, nei contenuti e nelle forme. La metafora del grembo caldo del gesto (grembo da cui il gesto deriva e, insieme, che il gesto è) introduce l'idea di maternità (ribadita al penultimo verso da “fecondo”) e, indirettamente, di sessualità, non a contraddire ma a complicare il concetto delle dichiarate santità e sobrietà, e forse primo embrione della futura identificazione dell'io (sempre parziale, perché coesistente con altre) con la figura di Maria, vergine e madre. Il nascere, poi, della “lirica perfetta” è trionfalmente agito dalla spinta propulsiva dell'endecasillabo (come chiariremo), connubio di pensiero e ritmo che entra però in crisi alla metà del testo, nell'immagine concreta e perturbante dello 'sbriciolamento' quasi in torme di microscopici insetti o larve effimere. Che, in fondo, è semplicemente un'altra rappresentazione, introvertita, della maternità, come dispersione dell'io in “miriadi di esseri”/feti imperfetti e morituri" (dal mio commento a Santi e Poeti, l'inedito del 2 dicembre 1948)

La poesia di Alda Merini giovane, alle origini di un linguaggio e di un destino


mercoledì 13 febbraio 2013

(abbozzo)


Inverno

Io svengo nei miei sogni come in un buio
ma non braccia per me che per altri non ho avuto
quindi riemergo nel giorno sperando
e cadendo me il mio pensiero
si alza la farfalla che riappare
nel corridoio grigio dell'inverno
quando tutto rinasce ancora in questa luce pura
quando tutto sta per morire e si abbandona al buio
e il grigio è il suo vivo colore

martedì 11 dicembre 2012


Consideratio-orior

 

 

 

 

 

 

 

Siderale

 

 

                                                                  palpito

 

 

 

 

         del cristallo di un bicchiere

 

             arguto

        

 

 

                           

                                               l’inverno

                   in un fiume

già

 

 

 

                   caduto

                   così

 

                  

 

 

 

 

                                                                  foce

lontana la                                         

8 dicembre 2012

 

Si stacca precisa nel ghiaccio

dell’aria grigia di via

IV novembre la mole

eterea e petrosa del Baldo

già bianca di neve la cresta

per strati di nuvole e cielo

ieri azzurro marino. Decorano

il corso le luci sugli alberi

conici e uguali in due file

che lo sguardo percorre ed illustrano

conducendo per l’alta foresta

di case agli antichi giardini

e alla fontana o allo slargo

dove poi scavalca il ponte

coi suoi cavalli alati.

Qui ogni cosa per me è già parola

già pronunciata e non detta

in questa domenica eterna

in cui sempre di te ricordandomi

mi presento a me stesso e a me stesso

presentato mi assento

(in coda al supermercato al bar

per un bicchiere col cellulare in mano

rigido sulla moto da mio padre

tra i quadri) e percorro la via

vedendo ciò che si vede

la tragedia verticale del mondo

come una fiaba e le luci quiete.

 

 

(di te: riferito a mia madre, che oggi compirebbe gli anni)