8
dicembre 2012
Si stacca precisa nel ghiaccio
dell’aria grigia di via
IV novembre la mole
eterea e petrosa del Baldo
già bianca di neve la cresta
per strati di nuvole e cielo
ieri azzurro marino. Decorano
il corso le luci sugli alberi
conici e uguali in due file
che lo sguardo percorre ed
illustrano
conducendo per l’alta foresta
di case agli antichi giardini
e alla fontana o allo slargo
dove poi scavalca il ponte
coi suoi cavalli alati.
Qui ogni cosa per me è già parola
già pronunciata e non detta
in questa domenica eterna
in cui sempre di te ricordandomi
mi presento a me stesso e a me
stesso
presentato mi assento
(in coda al supermercato al bar
per un bicchiere col cellulare in
mano
rigido sulla moto da mio padre
tra i quadri) e percorro la via
vedendo ciò che si vede
la tragedia verticale del mondo
come una fiaba e le luci quiete.
(di te: riferito a mia madre, che oggi compirebbe gli anni)