La siepe di fianco a me era una cosa sola col vento
cresciuta per anni ancora sulla ringhiera in ferro battuto.
Tremava tutta scavandosi e sull’edera
la scossa del vento freddo risplendeva. Davanti
il marciapiede tra breve terminava. So che c’era
la piazza il traffico gli alberi di sempre la chiesa
ma di quell’istante davanti non ricordo se non luce
e freddo e un senso che non sta nelle parole
e che passava ed era per sempre.
giovedì 1 marzo 2012
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